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Olivetti ELEA

28 febbraio 2015, un sabato mattina come tanti altri, un po' freddino. Un amico di vecchia data parcheggia fuori da casa mia, suona il campanello. Esco, saliamo in macchina e ci avviamo verso Bibbiena, dove ci aspettano altri nostri amici. Formiamo un gruppetto di una mezza dozzina di ingegneri e tecnici elettronici, gente pericolosa, che parla una lingua incomprensibile al resto del mondo, forse anche un po' rompiballe. Entriamo nell' I.T.I.S. "Enrico Fermi"; ci accoglie il signor Mario Babbini, tecnico di laboratorio in pensione che ci conduce in uno stanzone ampio e luminoso. Nello stanzone c'è una doppia fila di armadi metallici sormontati da una serie di incastellature metalliche. La parete è coperta da un lungo scaffale con tanti libri, raccoglitori pieni di fogli e grosse bobine di nastro.

Ci troviamo davanti a un pezzo unico di storia dell'informatica: la fila di armadi è un calcolatore costruito dalla Olivetti nel 1957, modello ELEA 9003, acquistato dalla banca Monte dei Paschi di Siena e utilizzato per il calcolo delle paghe dei dipendenti fino agli anni 70. Dopo la sostituzione con macchine più moderne e potenti, la banca donò l'intero apparato alla scuola che lo ha conservato e mantenuto in funzione fino ad oggi.

L'ELEA è stato il primo computer al mondo interamente a stato solido, basato su una logica di tipo DTL interamente realizzata con diodi e transistor al germanio montati su migliaia di schede a circuito stampato. Pochissime valvole restano solo nei circuiti delle unità a nastro e negli alimentatori ad alta tensione.

Interno di uno degli armadi contenenti le schede elettroniche. I due rettangoli scuri sono banchi di memoria a nuclei magnetici, dalla capacità di alcuni KB. Parte posteriore di un rack con le file di connettori delle schede.
   
Particolare di alcune schede Interno di un altro armadio aperto "a libro"

La memoria di lavoro della macchina è di 16.000 caratteri a 6 bit (il codice ASCII ancora non c'era...) ed è del tipo a nuclei magnetici. La memoria di massa invece è composta da una serie di unità a nastro, che possono archiviare  programmi e dati in bobine di nastro da 1/2 pollice. Ogni bobina contiene circa 10MB di dati, che all'epoca erano una enormità.

Unità a nastro di memoria di massa Interno di unità a nastro. Notare le dimensioni dei motori
   
Testina di registrazione-riproduzione a più tracce Il nostro ospite, mentre carica una bobina nell'unità a nastro collegata alla stampante.

Il computer consuma circa 13KW quando è operativo; per fornire tutta questa energia gli alimentatori hanno dimensioni adeguate.

Uno degli armadi di alimentazione Particolare di alcuni moduli dell'alimentatore

Siamo nel 1957, i terminali con tastiera e monitor sono ancora oggetti del futuro, come i linguaggi di programmazione ad alto livello. Il nostro ELEA dialoga con l'operatore attraverso una tastiera che permette di caricare i programmi scritti in linguaggio macchina inserendo i codici binari delle istruzioni direttamente nelle celle di memoria. Da altri settori della stessa tastiera si controlla l'esecuzione del programma scendendo fino alle singole fasi delle istruzioni, mentre una infinita quantità di lampadine indica ad ogni passo tutto lo stato interno della macchina. Il tecnico è probabilmente uno dei pochi rimasti al mondo in grado di manovrare questo gigante del passato, e tenta di spiegarci con un esempio come si poteva scrivere un programma. Non riusciamo a capire un gran che, ma alla fine delle operazioni la telescrivente collocata vicino alla console scrive una serie di numeri da 1 a 10. Il mostro funziona ancora, da non credere !

Tastiera e console di programmazione La telescrivente associata alla console di comando
 

Una volta terminato il caricamento del programma, che viene salvato su nastro per poter essere utilizzato in futuro, i dati da elaborare vengono inseriti nella macchina attraverso un lettore di schede perforate. L'output è generato da una grossa e rumororsa stampante, che ha dato prova delle sue capacità sfornando una cartina dell'talia composta a caratteri.

Lettore di schede perforate La stampante

Per finire, due immagini di una piccola parte della documentazione allegata alla macchina:

Uno dei libri con gli schemi elettrici, tutti disegnati a mano Manuali tecnici e di programmazione

La scuola sta promuovendo un'opera di conservazione a lungo termine della macchina e delle competenze necessarie al suo funzionamento. Grazie all'opera del sig. Babbini sono stati contattati i progettisti che lavorarono all'ELEA in Olivetti, allo scopo di creare una serie di filmati e di documenti di spiegazione dell'utilizzo, del funzionamento e della manutenzione del computer in modo che in futuro lo si possa sempre mantenere funzionante, anche quando queste persone non potranno più offrire le loro competenze. Un grandissimo lavoro che si spera possa essere apprezzato anche in futuro, per capire "cosa c'era prima" e come siamo arrivati ai computer di oggi.

La giornata, come è giusto che sia, si è conclusa davanti a una tavola coperta di ogni ben di Dio in un ristorante in mezzo al parco naturale delle Foreste Casentinesi (bellissimo !), regno di daini, cinghiali e lupi.

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