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Revox B780

Il nome Revox è passato alla storia per i registratori, ma non hanno prodotto solo quelli: in realtà avevano in catalogo una serie completa di apparecchi di tutti i generi, tra cui un grosso e pesante sintoamplificatore siglato B780 con un aspetto estetico che riprende quello classico del B77 e del B710 (sopra nella foto). Considerando quando è stato progettato (fine anni 70-inizio 80) si tratta di un apparecchio estremamente evoluto: la sintonia è a sintesi di frequenza con indicatore digitale controllata da un microprocessore, dispone di 18 memorie per le stazioni, la selezione degli ingressi è effettuata per via elettronica. Un robusto amplificatore da 70W per canale con un enorme dissipatore di calore completa il tutto.

Quando è arrivato, aveva bisogno di svariate cure: come al solito la maggior parte dei condensatori elettrolitici interni era in condizioni critiche, e una volta acceso è riuscito a ricevere solo alcune stazioni molto forti e con una qualità pessima. Così mi sono messo d'impegno e l'ho smontato per un recapping totale.

All'interno ho trovato una costruzione da vero "carro armato tedesco": tutta l'elettronica della parte radio è chiusa all'interno di una serie di scatolette metalliche molto robuste e pesanti con funzione di schermatura.

Una volta rimossi, hanno portato alla luce una quantità di componenti veramente impressionante, mai vista in un sintonizzatore comune.

La parte posteriore è interamente costituita dal dissipatore di calore degli stadi di potenza, direttamente fissati sul dissipatore stesso. Ogni scheda, parzialmente visibile nella foto, dispone di una propria sezione di alimentazione che fa capo ad una coppia di avvolgimenti del trasformatore separati per ogni canale.
Subito dietro si nota la sezione RF, con una gran quantità di filtri di media frequenza per avere una elevata selettività. A destra sulle schede di colore giallo abbiamo il discriminatore FM (notare la complessità rispetto al classico "due diodi e via") e il decoder stereo realizzato a componenti discreti e op-amp in luogo del classico integrato "faccio tutto io". Sulla sinistra le schede in vetronite verde contengono il generatore di frequenza sintetizzato che sostituisce il classico oscillatore locale a condensatore variabile.

In questa foto si vede l'interno con il telaio della sezione RF rimosso e il pannello frontale smontato. La scheda a sinistra sul retro del pannello è la parte di controllo a microprocessore, adeguatamente ricoperta da un'altra schermatura, mentre sulla destra abbiamo la sezione preamplificatore e controllo di tono. Montate sul telaio, sono completamente visibili le due schede degli amplificatori di potenza.

La costruzione generale è in perfetto stile Revox - Studer: tutte le schede sono interconnesse con dei cablaggi terminati da connettori a pettine facilmente estraibili, è così possibile smontare totalmente l'oggetto in poche decine di minuti e accedere a qualsiasi parte dell'elettronica senza difficoltà. Una vera manna per chi deve fare manutenzione o riparazioni.

Una vista da sotto in fase di riassemblaggio: la scheda a destra vicino alla parte posteriore si occupa della selezione degli ingressi con una serie di switch analogici, il loro funzionamento è buono ma se un ingresso è lasciato aperto si nota una certa diafonia con gli altri. In pratica, selezionando un ingresso non collegato c'è il rischio di sentire in sottofondo un'altra sorgente eventualmente attiva.

A causa del notevole ingombro e del peso (quasi 20Kg) c'è voluto un certo impegno per trovargli una collocazione; purtroppo avendolo messo nell'impianto di servizio in taverna (quindi ambiente seminterrato) la ricezione di molte stazioni non è gran cosa, neppure con un'antennina interna amplificata che gli ho collegato. Il segnale in arrivo è scarso e con molte riflessioni, quindi sarà necessario mettere un'antenna esterna per farlo esprimere al meglio.

Ascolto... ecco, questo è il punto dolente. L'amplificatore - almeno per quanto riguarda i miei gusti - non è convincente. Nonostante la robusta alimentazione e lo stadio finale apparentemente in grado di pilotare a dovere qualsiasi diffusore, il suono che ne esce è "moscio", carente di dinamica e poco coinvolgente. Difetto rilevato, se pur in misura minore, anche sull'amplificatore B750 che ho avuto occasione di provare.

Non soddisfatto del risultato, dopo qualche settimana il sintoampli è stato rimosso (tanto più che non usavo praticamente mai la radio) e sostituito da un amplificatore integrato Technics SU8077. Peccato, però, perchè era veramente bello e si accoppiava molto bene con la piastra a cassette.

 

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