Technics SU8077
* Articolo aggiornato il 04/11/2017 - Recap per degrado elettrolitici *
(Si consiglia la lettura dell'aggiornamento, contiene informazioni utili per una buona conservazione di questo genere di apparecchi nel tempo)
Nel periodo compreso tra la fine degli anni 70 e l'inizio degli 80, Technics era un marchio molto "gettonato" per gli impianti hi-fi domestici, e disponeva di un vasto catalogo di apparecchi che partivano da semplici "entry level" fino ad arrivare a oggetti di notevole qualità. I prodotti più noti sono sicuramente i giradischi (chi non sa cosa sia il "1200" alzi la mano...) ma anche con gli amplificatori non se l'è certo cavata male.
Il modello SU8077 non era il top di gamma, ma poco ci mancava: credo che sopra a questo ci fossero solo altri due amplificatori di estetica simile ma di maggiore potenza e con qualche feature di secondaria importanza in più. Questo è un buon 60+60W continui, costruito senza economia e con un grosso trasformatore di alimentazione che garantisce riserva di potenza e dinamica sufficienti all'ascolto di qualsiasi genere musicale in un normale ambiente domestico. In effetti all'ascolto è molto interessante: il basso "picchia" senza economia, e allo stesso tempo il suono è aperto e dettagliato.
Da dove arriva ? Ovviamente arriva dalla solita "baia", ma ha una storia un po' particolare. L'annuncio era interessante: l'amplificatore veniva dichiarato come perfettamente funzionante con solo una lampadina bruciata e qualche graffio, soprattutto sulla parte superiore, il prezzo era un po' sotto il valore medio di mercato di questo oggetto ma non in modo sospetto, comunque giustificabile per i difetti segnalati.
Faccio la mia offerta e me lo aggiudico. Passano due giorni e lo scatolone arriva, tiro fuori l'ampli, lo provo... e arriva la brutta sorpresa: la "lampadina bruciata" non è una lampadina, ma il display fluorescente dei vu-meter che non funziona; inoltre il dissipatore scalda da far spavento dopo pochi secondi dall'accensione e un canale suona molto più basso dell'altro.
Scrivo al venditore per segnalare i difetti, protestando per l'annuncio ingannevole (perfettamente funzionante...) ma lui se ne lava le mani: lo hai comprato e ora ti arrangi. Inutile aprire la controversia per oggetto non conforme su ebay, il pagamento non è stato fatto tramite paypal ma con bonifico bancario quindi non c'è speranza di recuperare neppure un centesimo; gli ammollo un pesante feedback negativo e sbatto l'oggetto in soffitta nell'ammasso degli apparecchi guasti.
Poi un giorno arriva la classica botta di posteriore: negli USA un tizio vende - incredibile - l'intero assembly vu-meter + elettronica di controllo del modello superiore SU8088. La schedina è leggermente diversa, ma il display è lo stesso: lo prendo al volo, con 30 euro spedizione compresa me la cavo e posso finalmente dare il via ai lavori.
Guardate le condizioni interne: ancora un po' di sudiciume, e ci cresceva l'erba. Tutte le schede erano coperte da uno spesso strato di polvere appiccicosa, il vetro del tubo fluorescente del vu-meter era spezzato in un angolo, i trimmer di regolazione della corrente di riposo ossidati e bruciacchiati.
Una bella lavata con sgrassatore e acqua corrente a volontà ha rimesso a posto la situazione, poi una volta cambiati i trimmer bruciati e sistemato qualche particolare secondario, è arrivato il momento di dare di nuovo corrente: il display si è acceso, e dopo aver regolato la corrente di riposo i dissipatori (come si vede, ottimi e abbondanti) sono rimasti pacificamente appena tiepidi.
Il lavoro di restauro si è concluso con un po' di ritocchi con un pennellino ai graffi del frontale e del coperchio, che è diventato finalmente presentabile.
Come detto all'inizio, all'atto pratico l'ampli si è mostrato muscoloso e dettagliato, offrendo un ottimo suono. Così è diventato l'ampli titolare dell'impianto di servizio in taverna, scalzando sia uno Yamaha più moderno ma molto più leggero, nonostante una potenza dichiarata quasi doppia, e un Akai AM2600 che per quanto bellissimo a vedersi non poteva reggere il confronto sul piano delle prestazioni.
La storia si è conclusa bene, per fortuna, ma cosa sarebbe successo se l'amplificatore fosse stato acquistato da qualcuno non in grado di ripararselo da solo ? 100 euro buttati nella spazzatura e il giramento di scatole di essere stato fregato da un venditore disonesto...
A seguito della scoperta di numerosi condensatori elettrolitici guasti in più di un apparecchio Technics di fine anni 70, tra cui svariati "nasoni" RS1500-1506 e un cassette RS-M63, ho deciso di aprire l'amplificatore e procedere al recap totale.
Nella foto sotto potete vedere uno dei condensatori sostituiti in un RS1500:
Notare i reofori ricoperti di cristalli verdi, provenienti dall'ossidazione del rame corroso dall'elettrolita fuoriuscito. Nei casi più gravi l'elettrolita penetra nel foro del circuito stampato, corrode la saldatura e raggiunge le piste creando danni gravissimi. E' essenziale evitare che l'apparecchio raggiunga questo livello di degrado, provvedendo a sostituire tutti i condensatori presenti prima che la situazione degeneri.
In questo amplificatore i condensatori sembravano ancora in condizioni abbastanza buone; solo un paio presentavano qualche segno di inizio corrosione dei reofori, indice del fatto che entro qualche mese o anno al massimo anche tutti gli altri si sarebbero deteriorati. Il problema non affligge in uguale misura tutti gli apparecchi; a quanto pare alcune marche di condensatori hanno una vita più breve di altre, e non tutte sono a rischio di espulsione di sostanze corrosive.
Tra i condensatori più a rischio segnalo i ben noti Frako (ed EKO) presenti in moltissimi apparecchi di costruzione europea tra cui Revox e Studer, e i Matsushita montati nei prodotti Technics. Anche i Philips con capsula in alluminio azzurro non hanno vita lunghissima, ma si limitano a variare la capacità ed aumentare la ESR senza tuttavia rilasciare sostanze dannose.
L'intervento ha richiesto circa mezza giornata di lavoro, con l'occasione ho provveduto anche a ripulire commutatori e potenziometri che generavano rumori e scricchiolii. Alla fine del lavoro l'amplificatore è tornato a funzionare perfettamente, come nuovo.