AKAI GXC570D MKII
Registratore a cassette Akai GXC570D-MKII del 1977-78
Akai GXC570, chi era costui ? L'anagrafe dice che è stato il top di gamma della produzione di registratori a cassette AKAI nel periodo compreso tra il 1977 e il 1978, e la leggenda narra che sia stato uno dei primi deck in grado di sfiorare i fatidici 20KHz con la sua risposta in frequenza, rivaleggiando con il famoso Nakamichi 1000. In Italia il suo prezzo sfiorava il milione di lire, che in quell'epoca non era certo cosa da poco.
Avevo questa macchina in "archivio" da qualche anno, mi era stata data in cambio di altro materiale ma soffriva di svariati problemi, primo tra tutti la mancanza del motore del capstan con relativo regolatore di velocità che erano stati asportati da chissà chi. Un motore provvisorio montato con un supporto fatto in casa mi aveva permesso di provarla e scoprire che c'erano anche svariati problemi nell'elettronica, così avevo deciso di lasciarla così e tenerla semplicemente come "oggetto da esposizione statica". Un'esposizione comunque molto interessante, dato che esteticamente la macchina risultava perfetta come se fosse uscita ieri dalla scatola originale.
Poi un giorno è capitata l'occasione di un registratore identico venduto per recupero pezzi, con l'alimentatore guasto, mancante del pannello frontale e di svariate parti della meccanica ma provvisto del fatidico motore ed anche delle schede della sezione audio. Così ho potuto procedere al ripristino di questa specie di "gloria del passato" che in pochi giorni ha ricevuto in dono un motore ed una testina nuovi, un integrato del Dolby (quello originale generava rumori strani) e svariati condensatori elettrolitici. Dopo tutto questo lavoro mi sono reso conto che erano necessari anche due pinch roller nuovi, trovati su ebay a caro prezzo (!), e naturalmente non poteva mancare una precisa e minuziosa taratura dell'elettronica.
La meccanica è molto robusta, interamente in metallo e servoassistita da dei grossi solenoidi controllati da una scheda logica che riceve i comandi da dei pulsanti a sfioramento. I motori delle bobine sono in CC a trazione diretta, mentre i due capstan (sistema closed-loop) sono accoppiati al motore servocontrollato FG tramite una cinghia. Un quarto motore si occupa dell'apertura e della chiusura dello sportellino superiore, che nasconde alcuni comandi e selettori non di uso frequente.
L'elettronica è per lo più a componenti discreti, con alcuni integrati per il circuito Dolby (doppio per consentire il monitor della registrazione) e per la logica di controllo. Tra i transistor montati ci sono svariati 2SC458, noti per la loro scarsa affidabilità nel tempo, che per precauzione sono stati tutti sostituiti con dei comuni BC550 di produzione europea ottenendo anche un lieve miglioramento del rapporto s/n. Cosa non frequente nei deck a cassette di quell'epoca, tra i vari punti di taratura troviamo anche l'equalizzazione di playback e regolazioni separate del livello di bias per i tre principali tipi di nastro.
Akai GXC570DII - Vista della scheda dell'elettronica audio
Ecco una piccola scheda tecnica:
* Meccanica a tre motori, di cui due a
trazione diretta
* Motore capstan servocontrollato con PLL e generatore tachimetrico
* Tre testine Akai GX
* Compatibile con nastri LN, LH, CrO2, FeCr
* Riduttore di rumore Dolby B
* Generatore interno a 400Hz per la calibrazione del livello del
Dolby
* Risposta in frequenza dichiarata:
- 30Hz-15KHz con nastro LN o LH
- 30Hz-16KHz con nastro CrO2
- 30Hz-19KHz con nastro FeCr
* Rapporto S/N 52dB a +5dB VU
* Wow & flutter < 0.06% RMS
Dai dati dichiarati dal costruttore, si notano subito due cose: la risposta in frequenza con i nastri normali (ma anche con quelli di tipo II) è abbastanza limitata, e il rapporto s/n è inusualmente basso, almeno se lo si confronta con quello dichiarato da deck a cassette successivi anche di costo nettamente inferiore.
Il problema è che in quel periodo lo sviluppo dei registratori a cassette era appena iniziato, e per quanto Akai fosse già abbastanza "avanti" rispetto alla maggior parte dei concorrenti (una risposta in frequenza di 19KHz la stragrande maggioranza dei deck a cassette se la sognava...) non aveva ancora raggiunto un livello tale da rendere veramente "hi-fi" i suoi apparecchi. Solo nel decennio successivo, con la comparsa dei nastri metal, lo sviluppo di testine specifiche per le basse velocità di scorrimento del nastro e l'evoluzione dell'elettronica, le cassette sarebbero arrivate a fregiarsi dell'ambito titolo e ad offrire prestazioni degne di competere con altri sistemi di riproduzione.
L'ascolto conferma i dati tecnici: con i nastri normali si sente la compressione dinamica ed anche un discreto tasso di distorsione se si "spinge" troppo sulla manopola del livello, inoltre è evidente una certa chiusura del suono con il Dolby inserito, mentre senza Dolby il soffio di fondo riesce a farsi sentire. Le cose migliorano un po' con una cassetta Sony FeCr, ma si tratta di un nastro molto raro che non è pensabile di impiegare per un uso "normale" dell'apparecchio.
Rara cassetta Sony FeCr
La domanda è: valeva la pena di impiegare tanto tempo e denaro per rimettere in funzione un deck a cassette prodotto più di 35 anni fa ? Forse... diciamo che dipende dal motivo per cui lo si fa. Se si spera di trovare una macchina dalle prestazione elevate in assoluto, ci si rende subito conto che puntare su questo Akai è un errore: si tratta, è vero, di un top di gamma, ma di un top di gamma del 1977 quando la tecnologia dei deck a cassette stava appena cominciando a decollare, e basta avanzare di qualche anno per trovare apparecchi molto più ben suonanti di questo, soprattutto se usati con un nastro di tipo II o metal.
Non va però dimenticato che questo deck è un vero "pezzo di storia" della registrazione su cassette, che comunque la qualità delle registrazioni che è in grado di fare risulta più che accettabile, e infine... che fa davvero un figurone esposto in casa: non è facile trovare un apparecchio così bello.