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Revox B710 MKII: il cassettofono degli dei

Lo sapevate ? Ma certo che lo sapevate: Revox / Studer, oltre a svariati registratori a bobina di gran classe, ha avuto anche l'eccellente idea di cimentarsi nella costruzione di alcuni modelli a cassetta. Questo che vedete nella foto è il B710, modello "base", l'entry-level della flotta, commercializzato con il marchio Revox.

Forti dell'esperienza e degli eccellenti risultati ottenuti con i bobine, hanno deciso di applicare anche a questo cassette deck alcuni punti cardine della loro filosofia di progettazione: semplicità della meccanica, ingegnerizzazione orientata alla manutenzione, prestazioni elevate e stabili nel tempo, niente gadget o inutili orpelli. Una macchina essenziale, insomma, ma senza compromessi di sorta.

Essendo anch'esso dotato di numerosi condensatori Frako, come la maggior parte delle macchine Revox di quel periodo, è stato necessario un recapping totale. Appena aperto, ha subito fatto vedere di che pasta è fatto: niente fili aggrovigliati o parti difficilmente raggiungibili; tutta l'elettronica è fatta a schede e può essere smontata in breve tempo togliendo le viti che fissano le schede al telaio ed i connettori a pettine del cablaggio. Volendo essere precisi, per disassemblare TOTALMENTE la macchina è stato necessario circa un quarto d'ora, al termine del quale avevo il telaio praticamente nudo e tutte le schede e la meccanica in bell'ordine sul tavolo. Se avessi dovuto fare la stessa cosa su un deck di produzione orientale, probabilmente avrei dovuto tagliare o dissaldare un numero improponibile di fili e cavetti, e sarebbe stato praticamente impossibile rimontarlo senza l'aiuto di un rito voodoo.

Interno del B710: elettronica su schede, la parte posteriore destra comprende la sezione analogica che tratta il segnale audio (amplificatore di playback, schede Dolby B-C separate per registrazione e riproduzione, amplificatore di linea e oscillatore bias). Al centro l'alimentatore, a sinistra la logica di controllo gestita da un microcontrollore. Anteriormente abbiamo la meccanica, la tastiera di comando con il contanastro digitale ed il controller dei vu-meter.

Telaio "vuoto", zona centrale con l'alimentatore dotato di un ottimo trasformatore a basso flusso disperso. Si vedono i numerosi connettori dei cablaggi, ordinatissimi e rapidi da togliere e rimettere nelle proprie sedi.

Particolare del vu-meter a barra di LED rossi dotato di ben 24 segmenti. A differenza dei classici vu-meter getitit da un unico integrato, qui abbiamo una serie di 24 comparatori "discreti" che pilotano i vari segmenti. La batteria di comparatori è una sola, e viene multiplexata tra i due canali con un semplice  sistema di switch analogici sincronizzati con il driver delle due barre.
I progettisti hanno dato la miglior prova delle loro capacità nella meccanica. Costituita da due blocchi di alluminio fissati tra loro con alcune viti, è probabilmente la più semplice ed allo stesso tempo solida meccanica di registratore a cassette che abbia mai visto. Le due foto sotto mostrano la meccanica estratta dal telaio e isolata.

(Photo courtesy of Giorgio Foschi)

(Photo courtesy of Giorgio Foschi)

Si tratta di un sistema a doppio capstan a trazione diretta; in questo caso, a differenza delle classiche meccaniche a singolo motore in cui il secondo volano è accoppiato con una cinghia al primo, abbiamo un motore separato per ognuno dei due capstan. I motori sono agganciati tramite PLL ad un unico oscillatore a quarzo che garantisce contemparaneamente stabilità, precisione e soprattutto assoluta identità della velocità di rotazione di entrambi.
Il corretto tensionamento del nastro è assicurato dal diametro dei due capstan, leggermente diverso, e dalla diversa lavorazione delle superfici che consente un lieve slittamento del nastro sul perno sinistro, sufficiente a mantenere la tensione meccanica necessaria. Il tutto con un valore di wow & flutter da primato, per quanto è basso.

L'elettromagnete in alto è collegato da una barra metallica al bilancere sul quale sono montate testine e pinch roller.  Il sollevamento dell'intero gruppo avviene in tempi rapidissimi, con elevata precisione e stabilità.
 

Questa è una vista frontale della meccanica montata nel telaio. I due piccoli PCB verdi fanno da supporto alle barriere ottiche che rilevano la rotazione delle bobine e segnalano alla logica di controllo eventuali problemi o la fine del nastro.
Osservando l'immagine si potrebbe pensare che i freni delle bobine si trovino dietro la piastra metallica che ricopre la meccanica. In realtà non è assolutamente vero: dietro la piastra c'è solo il supporto al quale sono fissati i due motori delle bobine, anch'essi a trazione diretta, mentre i freni non esistono proprio come si vede nella foto sotto, scattata dopo la rimozione dell'intera copertura e del sistema di bloccaggio della cassetta.

(Photo courtesy of Giorgio Foschi)
Frenatura e back-tension, sia in play che in avvolgimento veloce, sono infatti gestiti totalmente per via elettronica grazie al sofisticato sistema di controllo dei due motori tramite microprocessore.
Non essendoci freni meccanici ed usando due motori direct-drive separati anche per le bobine, viene a mancare anche tutta la complicata pletora di leve, levette, rotelle, idler, frizioni, gommini, rimandi e molle che infesta la maggior parte delle meccaniche a cassette e le rende decisamente poco affidabili e complicate da smontare in caso di bisogno. Questa meccanica si disassembla totalmente in pochi minuti, ed in pochi minuti si rimette in piedi pronta per essere rimontata in sede.


Particolare delle testine prodotte da Sony ed usate anche in alcuni suoi modelli top di gamma.

Terminate le operazioni di ricappatura, la macchina è stata riassemblata e sottoposta alla necessaria taratura. La procedura di messa a punto è sostanzialmente identica a quella di un B77: livello di riproduzione, bias, livello di registrazione ed equalizzazione. Bias ed equalizzazione sono separati per i tre tipi di nastro IEC-1, IEC-2 e IEC-4, cosa che permette di ottimizzare le prestazioni su qualsiasi insieme di cassette si intenda utilizzare.

Caricata una cassetta (niente sportellino: si appoggia sulle apposite guide e quando il nastro è in moto viene bloccata in posizione da due "pinze" comandate dallo stesso elettromagnete che solleva le testine ed i roller) la prova del funzionamento della meccanica è stupefacente: il passaggio da una funzione all'altra è immediato, senza rumori e senza strappi al nastro. Merito della semplicità strutturale della meccanica e dell'ottimo sistema di servocontrollo.

Come suona ? La prova in playback con nastri registrati da altre macchine di qualità e con un paio di nastri preincisi commerciali è stata entusiasmante, perchè questo apparecchio sembra avere una capacità innata di estrarre dal nastro tutte le informazioni in esso contenute e con una eccezionale estensione agli estremi della gamma: le stesse cassette, suonate su altri deck di qualità come ad esempio la mia Akai GX75MKII, sembrano mancare di qualcosa, come se dinamica e immagine stereofonica fossero compresse.

In registrazione e riproduzione ha offerto prestazioni altrettanto eccellenti: superando i 23KHz con un nastro TDK-MA nuovo ed arrivando comunque nei pressi dei 20KHz con una comune  TDK al ferro di bassa qualità. Molto elevata anche la stabilità in ampiezza e fase alle alte frequenze, indice di un ottimo e preciso contatto del nastro con la testina. Con il dolby-C inserito il rumore di fondo sparisce quasi del tutto, rendendo possibile anche delle ottime registrazioni da SACD.

Vogliamo proprio cercare un difetto ? Uno c'è: la mancanza della possibilità di regolare il bias ed i livelli di calibrazione dall'esterno; questo significa che la macchina dovrebbe essere usata solo con i tipi di nastro con cui è stata calibrata, pena un avvertibile degrado delle prestazioni. Il problema è stato risolto nel modello successivo, B215, dotato di calibrazione automatica.

Insomma, un deck a cassette semplicemente DIVINO per soluzioni costruttive, robustezza e prestazioni. Merita quindi l'appellativo di "Cassettofono degli dei" che ho inserito nel titolo.

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