Capitolo 7 - Una seconda giovinezza
La messa in disuso dei registratori a bobina,
sia consumer che professionali, ha avuto come conseguenza
l’immissione sul mercato dell’usato di moltissimi apparecchi,
talvolta mal ridotti ma molto spesso anche in ottime condizioni e
perfettamente funzionanti, a prezzi molto abbordabili per chiunque.
Molti hobbisti e appassionati di alta fedeltà ne hanno acquistato
uno, e hanno iniziato a usarlo per l’ascolto della musica in casa
scoprendo che tali macchine – se ben messe a punto – avevano la
capacità di offrire una qualità di suono elevatissima, in alcuni
casi anche superiore a quella dei sistemi digitali. Grazie anche a
Internet e ai numerosi forum e gruppi di discussione sulla materia
frequentati da migliaia di audiofili in tutto il mondo, la moda si è
diffusa rapidamente e in breve tempo ha portato ad una riscoperta
del registratore a nastro professionale in un settore – quello della
riproduzione domestica – che in passato non lo aveva mai potuto
considerare a causa dei costi altissimi.
Il fenomeno ha raggiunto ben presto dimensioni ragguardevoli creando un mercato fiorente, sia di macchine ricondizionate che di servizi di assistenza tecnica e restauro delle stesse, recuperate generalmente in magazzini o cantine dove erano state riposti e inutilizzate per molti anni. Sono nate piccole attività di produzione di nastri preincisi di alta qualità, ed è ripresa la produzione di nastri magnetici nuovi per soddisfare le esigenze di questo nuovo-vecchio mercato per il quale ormai i vecchi stock di nastri rimasti nei magazzini non erano più sufficienti.
Studer A812 in soggiorno | Otari MX505 e Studer A810 in un impianto hi-fi domestico |
Persino gli artisti, colpiti dalla qualità del
suono analogico che generalmente risulta più “caldo” e gradevole
all’ascolto rispetto alla registrazione digitale, iniziano
timidamente a richiedere agli studi di registrazione la
registrazione su nastro, se non per l’intero processo di produzione
almeno per la creazione del master finale dal mixaggio della
registrazione multitraccia.
Il futuro è un punto interrogativo: per quanto
la produzione di nastri magnetici sia attualmente attiva e non vi
siano problemi di approvvigionamento per l’uso delle macchine
esistenti, non ci sono a tutt’oggi costruttori che osino cimentarsi
nell’impresa di rimettere sul mercato un registratore a bobine di
produzione attuale, a causa degli enormi investimenti necessari a
fronte di un mercato che è comunque ristretto e non in grado di
assorbire i “grandi numeri” di una produzione industriale. Per
quanto vi siano ancora in circolazione svariati apparecchi usati,
sia di classe consumer che professionale, è evidente che rispetto a
qualche anno fa il numero di macchine disponibili si è drasticamente
ridotto, e i prezzi hanno avuto un sensibile aumento. Il rischio
concreto è che la difficoltà crescente di reperire l’hardware e
l’aumento dei prezzi portino ad una nuova caduta di interesse, che
probabilmente questa volta sarebbe definitiva.
Non rimane altro che stare a
vedere cosa succederà, e sperare che qualche grande azienda
costruttrice di apparati hi-fi decida di “rispolverare” i vecchi
progetti e far tornare qualche registratore – se non professionale
almeno consumer di fascia alta – nei suoi cataloghi.